L’obiettivo principale di un percorso di consulenza psicologica è quello di raggiungere un cambiamento. Tale cambiamento si concretizza nel raggiungimento di uno stato maggiore di benessere persona-le, non inteso necessariamente come risoluzione totale e definitiva dei problemi presentati all’inizio, ma come acquisizione e attivazione di risorse, di strumenti necessari per affrontare pro-blematiche passate, presenti o future. Non si tratta di una trasformazione superficiale, limitata al semplice apprendimento di nuove informazioni o di nuove “tecniche”, ma di una trasformazione sostanziale, a livello sia del pensiero che dell’azione. L’obiettivo di ogni percorso di counseling è quello di rendere il paziente in grado di attuare una profonda riflessione su di sè, attraverso la rinnovata capacità di mettersi in discussione al fine di raggiungere una più completa e complessa consapevolezza di sè. E’ proprio attraverso la relazione che si arriva ad essere in grado di interro-garsi e mettersi in gioco in modo nuovo. Attraverso l’esperienza di fiducia che si viene a creare con lo psicologo, il paziente arriva a costruirsi un’esperienza di relazione e con essa una diversa moda-lità di rapportarsi agli altri, favorendo il senso di autonomia e l’attivazione di nuove risorse anche in altri contesti ed in diverse situazioni. Infine, un altro importante cambiamento che si può otte-nere dal percorso di counseling è quello di cambiare atteggiamento nei confronti del concetto di verità: non si è più alla ricerca di certezze assolute, che durino nel tempo, ma si impara ad inter-rogarsi, a dubitare e a vivere nel dubbio, mettendosi in discussione, accettando i diversi punti di vista, considerando tutto ciò come una risorsa, un’occasione di crescita personale e non più un limite. Si fa propria una visione positiva della vita e l’idea che esistano diversi modi di vedere il mondo “reale”, secondo una logica in cui è ammessa l’esistenza di diversi mondi possibili.
Il sostegno psicologico mira:
• all’ascolto attento degli stati d’animo, dei sentimenti, dei bisogni, delle richieste di aiuto di ogni singolo membro della famiglia (i figli ci ascoltano quando li rimproveriamo? I genitori ascoltano i nostri desideri, bisogni e le nostre sofferenze?)
• all’individuazione di eventuali alleanze o rapporti contrastanti (c’è qualcuno che percepiamo all’interno della famiglia come alleato o come nemico?)
• alla comprensione del tempo che ogni membro dedica all’altro (riusciamo a donare una parte del nostro tempo a nostro figlio/a, a nostro marito/moglie?)
• a favorire una comunicazione efficace tra i membri, basata sulla capacità di ascolto e di dialogo (siamo in grado di esprimere in maniera chiara i nostri pensieri, le nostre idee, le nostre emozio-ni? Ascoltiamo veramente il pensiero dei nostri figli?)
• ad instaurare un clima familiare di partecipazione, interesse, responsabilità del singolo verso gli altri componenti (partecipiamo alla vita scolastica dei nostri figli, o alle loro attività sportive…?
• alla ricerca di risorse per affrontare le crisi e prevenire o intervenire su comportamenti disfun-zionali
• a ristabilire un clima di armonia tra i componenti.